L’impero Galattico è caduto ormai da anni.
Lo spazio è in fermento, e nei recessi del cosmo si aggira un Mandaloriano.
Appartenente a un antico culto di guerrieri, uno dei migliori cacciatori di taglie di tutta la galassia.
Nessuno conosce il suo aspetto, perché nessun Mandaloriano si toglierebbe mai il sacro elmo che nasconde il volto di fronte a qualcuno.
Temuto e rispettato, devoto solo al denaro, che ha sempre portato a termine qualsiasi missione.
Ma non questa.
Viene ingaggiato per uccidere, e come sempre ha fatto in vita sua accetta di buon grado la paga.
Ma quando si troverà di fronte al suo bersaglio, tutto cambierà per sempre.
Perché mai si sarebbe aspettato di trovarsi di fronte a un neonato dentro la culla.
Un piccolo esserino verde.
E in un attimo le sue priorità cambiano radicalmente:
Il bambino deve essere salvato, ad ogni costo, contro tutto e tutti.
Ma ormai oscuri ingranaggi si sono messi in moto, e la taglia sopra la testa del piccolo richiamerà il peggio che la galassia ha da offrire.
Ed eccoci qui, un Mandaloriano e un neonato, in viaggio attraverso le stelle in cerca della salvezza, tra duelli, sacrifici, amicizia e sparatorie.

Creata da Jon Favreau (regista di Iron Man) e Dave Filoni (autore delle serie animate “Star Wars: The Clone Wars” e “Star Wars Rebels”).
La prima stagione del Mandaloriano è riuscita a fare qualcosa che era davvero difficile da ottenere, se non impossibile.
Ovvero mettere d’accordo la quasi completezza dei fan di Star Wars.
Evento più unico che raro.
I fan di Star Wars sono universalmente riconosciuti come il fandom più tossico che abbia mai camminato su questa terra.
L’ultima trilogia uscita al cinema
(Ep.7/8/9) ha scatenato una vera e propria guerra civile, tanto da arrivare a condizionare tante decisioni che i registi hanno apportato alla trama.
E come dimenticarci di quando per la trilogia ancora precedente (Ep.1/2/3) i fan arrivarono a spedire lettere bomba alla casa di produzione per far rimuovere Jar Jar Binks dal film (riuscendoci).
Eppure, incredibilmente, il Mandaloriano è riuscito a regalarci un prodotto in grado di mettere tutti d’accordo.
Che rispetta il passato, spesso con delle grandi strizzatine d’occhio, ma che adatta e porta nuova vita a questo meraviglioso mondo che negli ultimi anni era stato dato forse troppo per scontato.
Gli omaggi al passato si fondono con una storia solida e compatta, che inizia col botto, andandosi a calmare negli episodi centrali per poi esplodere con il plot finale, regalandoci un prodotto in grado di appassionare, stupire e divertire.
Fondendo scenari dei più remoti pianeti della galassia con un ambientazione dal sapore Western, che ha nel Mandaloriano il suo pistolero protagonista.
Interpretato da Pedro Pascal (celebre per la sua interpretazione di Oberyn Martell nel Trono di Spade e dell’agente Javier Peña in Narcos), che insieme al piccolo alieno che i fan hanno ormai ribattezzato il Baby Yoda (essendo membro della stessa razza del maestro Yoda) vanno a formare una coppia come da tanto non se ne vedevano sul piccolo schermo, una chimica perfetta.
E più andranno avanti per la loro strada più si imbatteranno in grandi personaggi, tanto interessanti quanto assurdi.
Dal vecchio alieno dalla frase ormai celebre, al droide da guerra riadattato come tenera badante, al diabolico e spietato Moff Gideon interpretato da Giancarlo Esposito.
Una serie di ingredienti che mescolati insieme hanno dato vita a un’avvincente e divertentissima storia perfettamente posizionata all’interno dell’universo di Star Wars.
Insieme a Rogue One, uno dei migliori prodotti legati alla serie uscito da parecchi anni a questa parte.